Le conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina: la Sicilia è la seconda regione in Italia a soffrirne di più

Tra le principali conseguenze del conflitto Russia-Ucraina …

La crescente inflazione rappresenta una delle conseguenze del conflitto in corso tra Ucraina e Russia che si scaglia con forza su famiglie e imprese. Ad aprile 2022 per le imprese manifatturiere del Mezzogiorno si rileva un debole rallentamento del trend di salita delle attese sui prezzi, diversamente dalle altre ripartizioni, risultato probabilmente dovuto al minor orientamento energy intensive delle imprese del settore. Nonostante ciò, il valore del saldo di aprile ’22 si attesta su un livello di 28,4 punti superiore rispetto a quello di 12 mesi prima (aprile 2021).

Sempre con riferimento al mese di aprile 2022, ultimo dato disponibile, la dinamica tendenziale dei prezzi al consumo si attesta in Sicilia al +6,9%, secondo incremento più elevato dopo quello del Trentino A.A. e superiore rispetto al +6,0% rilevato a livello nazionale; con dinamiche più accentuate a livello provinciale (dato disponibile per 6 delle 9 province) troviamo Catania (+7,3%) e Palermo (+7,0%).

Tra le voci di spesa che subiscono un incremento decisivo dei prezzi, causa conflitto, troviamo quella riferita ad abitazioni, acqua ed elettricità, il cui incremento è per 98% correlato al deragliamento del prezzo dell’elettricità: in Sicilia tale voce di spesa segna un +23,2% che la posiziona 13^ su 20. Con dinamiche più accentuate a livello provinciale troviamo Catania (+24,1%) e Messina (+23,5%).

La nostra regione, inoltre, figura seconda per incremento maggiore in termini assoluti della spesa per elettricità sostenuta dalle famiglie: +464 milioni di euro nell’ultimo anno; e sempre seconda per incidenza di tale valore sul PIL (0,56%) indicatore che ne segnala gli elevati effetti recessivi sull’economia del territorio.

Prime evidenze delle conseguenze del conflitto e non solo… ed il ritorno di un turismo ‘vivace’

Sul fronte mercato del lavoro si colgono indicativamente tre evidenze distinte. La prima riguarda la domanda di lavoro espressa dalle imprese con dipendenti dei servizi e del manifatturiero esteso che per il trimestre maggio-luglio 2022 in Sicilia mostra un trend positivo (+50,8%), che la posiziona 4^ dopo Sardegna, Calabria e Puglia.

Ristringendo il campo di analisi alle sole previsioni di assunzioni espresse per il mese di maggio 2022 sono evidenti segnali di indebolimento di quest’ultima nel settore manifatturiero, nelle costruzioni tiene la spinta positiva riducendo però di intensità rispetto ai mesi precedenti, mentre resta in crescita per i servizi, grazie al traino del turismo. Quest’ultima evidenza si fa più consistente nelle province di Messina e Trapani.

Quanto rilevato da questi dati più recenti si riflette su un mercato del lavoro che seppur nel 2021 era in fase di recupero non aveva ancora raggiunto i livelli pre crisi (2019).

Il tasso di occupazione siciliano, il più basso a livello nazionale, si attesta al 41,1% inferiore di soli 0,1 punti rispetto a quello 2019 ma più basso di ben 30 punti rispetto al tasso di occupazione della prima regione in classifica (P.A. Bolzano con tasso occupazione del 70,7%). Cinque province siciliane su nove figurano tra le ultime 10 province italiane per valori più bassi del tasso; tuttavia, cinque province nel 2021 registrano un tasso superiore a quello pre crisi, con Enna al secondo posto nel rank nazionale per maggior incremento del tasso (+4,1 punti) e Ragusa al nono posto (+2,1 punti). Mentre troviamo riduzioni più accentuate del tasso di occupazione 2019- 2021 a Catania (-2,1 punti) e Siracusa (-2,2 punti).

 

Le preoccupazioni sul fronte lavoro.. inattività, neet e difficoltà di reperimento

Tra le conseguenze preoccupanti della pandemia sul mercato del lavoro abbiamo l’incremento dell’inattività e il fenomeno dei Neet tra i giovani dai 15 ai 29 anni. In Sicilia il tasso di inattività risulta nel 2021 sopra di un punto rispetto al 2019 e la quota di giovani non inseriti né in un percorso di studio né in uno di lavoro risulta la più alta in Italia (36,3%), valore che però fortunatamente non ha subito alcun’accelerazione causa pandemia.

A livello provinciale, si registra un aumento maggiore del tasso di inattività a Siracusa (+4,7 punti, 3^ provincia italiana per incremento), Catania (+2,9 punti) e Agrigento (+2,3 punti). Il fenomeno dei Neet, invece, a livello provinciale, nell’anno della pandemia (2020) rispetto al pre crisi (2019), segna incrementi a Catania (+3,3 punti), Siracusa (+1,9 punti) e a Ragusa (+1,1 punti).

Permangono anche nel 2022 le criticità dovute alle difficoltà di reperimento di profili professionali: in Sicilia a maggio 2022 la quota di entrate ritenute difficili da reperire sono il 34,4% quota superiore di 12,7 punti rispetto al valore di maggio 2019 (29,2%). A livello provinciale le criticità maggiori si registrano ad Agrigento (39,9%, +21,2 punti su maggio 2019), Trapani (38,2%, +18,6 punti) e Siracusa (37,7%, +11,7 punti).

 

Imprese …

Attraverso i dati dell’e-fattura è possibile esaminare e confrontare l’ammontare dell’imponibile IVA di imprese e professionisti della fatturazione elettronica 2021 con quello del 2020 e 2019. Nel far ciò ne risulta che il 2021 anche per la Sicilia, come per la maggior parte delle regioni, si conferma anno del pieno recupero sia rispetto al 2020 (+27,1%) che rispetto al 2019 (+22,4%, secondo maggior incremento osservato a livello nazionale dopo quello della Provincia Autonomia di Trento).

In Sicilia al I trimestre 2022 il tasso di crescita delle imprese risulta negativo sia per l’artigianato (- 0,37%) che per il totale (-0,06%). A livello provinciale tasso di crescita positivo per l’artigianato a Palermo (+0,01%) e migliore di quello regionale a Siracusa, Trapani e Ragusa. Dinamiche positive e più intense per le imprese registrate artigiane siciliane, nei primi tre mesi dell’anno in corso rispetto allo stesso periodo del 2021, le rileviamo per Costruzioni (+3,7%), Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+3,4%), Servizi di informazione e comunicazione (+3,2%), e Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+2,9%).

Le iscrizioni delle imprese – Le iscrizioni rappresentano una variabile chiave il cui trend permette di misurare la capacità rigenerativa di un tessuto produttivo. Nel I trimestre 2022 in Sicilia le iscrizioni restano inferiori sia rispetto allo stesso periodo del 2021 (-11,5%) che rispetto al I trimestre 2019 (-21,8%), cali più accentuati rispetto a quelli rilevati in tutte le altre regioni. Ciò preoccupa rispetto alla capacità di tenuta nel prossimo futuro del tessuto imprenditoriale del territorio.

I settori che mostrano nei primi tre mesi dell’anno crescite più sostenute delle iscrizioni rispetto allo stesso trimestre pre crisi sono Costruzioni (+51,6%), Istruzione (+42,9%), Attività finanziarie e assicurative (+41,9%) e Attività professionali, scientifiche e tecniche (+11%), mentre rispetto al I trimestre 2021 sono: Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+30,4%), Costruzioni (+14,9%) e Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+13,8%). A livello provinciale le migliori performance delle iscrizioni al I trimestre 2022 rispetto al I trimestre 2021 le rileviamo per Siracusa (+2,8%) e Messina (+2,6%), mentre rispetto al I trimestre 2019 rileviamo riduzioni più consistenti del numero di nuove imprese a Catania (-33,0%) e Ragusa (-27,0%).

Nel prossimo futuro torna a preoccupare la questione credito…

Il credito concesso alle piccole imprese in Sicilia risulta a dicembre 2021 in salita dell’1,5%, performance positiva ma inferiore alla dinamica rilevata per il totale imprese e a quella rilevata per le piccole imprese tre mesi prima, a settembre 2021. Il peggioramento del trend del credito sommato alla prospettiva di crescita dei tassi di interesse porta a porre un alert nei prossimi mesi anche sul tema credito.

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